giovedì 15 dicembre 2011

Il tempo indiano

IL TEMPIO INDIANO



SIGNIFICATO DEL TEMPIO INDIANO



Il tempio hindu è riflesso dell’universalità e corpo e dimora della divinità. La costruzione di un tempio, in India, rappresenta la costruzione di un luogo sacro, in quanto in questo viene trasferito il centro ideale dell’universo; questo centro è costituito da un asse immaginario che attraversa i cieli, la terra e i regni sotterranei. Inoltre nei templi avviene la comunicazione tra fra il piano terreno e quello trascendentale. L’edificazione di un tempio viene considerata un’arte che ha come finalità l’elevazione dello spirito.
Il tempio rappresenta la complementarietà tra macro e microcosmo in quanto gli architetti per lo più brahamani si pongono come scopo quello di ricreare la forma dell’universo seguendo la struttura quadrata del mandala, ottenendo così dai 64 agli 81 Pāda. Per esempio, nel caso degli 81 Pāda, sul bordo esterno del tempio si trovano 32 divinità ( rappresentano i 28 giorni del ciclo lunare, più 4 Lokapala ovvero i guardiani delle regioni cardinali).
Anche la scelta del luogo nel quale viene costruito il tempio ha un significato simbolico: vengono prediletti i luoghi considerati sacri, ad esempio su colline o vicino ai fiumi.

COSTRUZIONE DEL TEMPIO INDIANO
Subito dopo la scelta del luogo viene tracciata la pianta preliminare del tempio. Le fasi successive sono:
- Purificazione del terreno e rito dell’orientazione;
- Scelta dell’upapitha;
- Nell’adhasthāna si ha la fondazione del tempio: questa consiste nell’offerta di piccoli pezzi di pietre o metalli preziosi chiusi in una cassetta secondo precise norme che variano a seconda del Dio al quale viene dedicato il tempio;
- Si elevano diverse parti (verga) del tempio;
- Riti di consacrazione;
- Rito dell’apertura degli occhi (Nayanonmīlanā);
- Il dono del soffio ( Prānapratishtā).
Queste ultime tre fasi sono necessarie per dare vita alla divinità (Mūrti). L’aspetto dinamico del tempio è rappresentato dal Pradakshina, questo simboleggia il viaggio della coscienza, la quale si reintegra nella chiarezza immota dell’uno-tutto.


STRUTTURA DEL TEMPIO
Le parti del tempio sono quattro:
- Mandapa;
- Antarala;
- Gabhagriha;
- Gopuram.
Il Mandapa è una sala con massicci pilastri che sostengono il tetto, questa precede il Gabhagriha.
L’Antarala è il corridoio di accesso che porta al Mandapa.
La Gabhagriha viene definita la “casa dell’embrione”, è una cella nella quale si trova la statua della divinità; questa statua rappresenta la manifestazione della divinità al fedele. Sotto questa cella vi sono delle giare piene di oggetti simbolici; inoltre, questa cella può contenere più di una statua. Solitamente l’apertura che conduce alla cella è costituita da due pilastri inseriti nel muro a formare una sorta di cornice.
Il Gopuram è l’atrio che dà accesso alla zona templare. Questo simboleggia sia l’universo terreno sia quello divino. Molte volte possono essere presenti più Gopuram e spesso vengono anche decorati, soprattutto nel Sud dell’India.



CERIMONIE ALL’INTERNO DEL TEMPIO
All’interno del tempio, nella Gabhagriha si trova la statua del Dio. Questa rappresenta l’involucro dove la divinità scende in terra e va ad incarnarsi. Le statue vengono vestite in quanto sono considerate vive. All’interno del tempio avviene la cerimonia del Puja, che consiste:
- Nel lavaggio della statua (abisheka): viene fatto con varie sostanze, ad esempio latte, miele, burro fuso e acqua con petali di rosa;




-Nella vestizione della statua, che rappresenta il momento in cui il Dio si è palesato ai fedeli.


Inoltre i fedeli portano dei doni alle divinità.



ALTRE FUNZIONI DEL TEMPIO


A partire dal VI-VII Secolo d.C. , il tempio diviene un punto importante della vita pubblica e anche dal punto di vista socio-economico: intorno a questi gravitano, oltre ai sacerdoti, anche gli assistenti dei brahmani, addetti alle pulizie, musicisti e danzatrici (deva-dāsi). Inoltre all’interno del tempio si riuniscono i fedeli per giocare. Il tempio è considerato luogo delle benedizioni ma anche dei beni desiderabili.




Eliza Zilly

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